Ci piace pensare di far parte di un laboratorio di progettazione aperto

dove dietro ad ogni progetto c'è una storia, un luogo ed un'idea.

Classico o moderno, il giusto compromesso è il pavimento in resina

Inviato 2012/12/11

Il cemento fino a poco tempo fa era il sinonimo del grigiore cittadino, sicuramente un materiale da nascondere, ora invece il cemento, grazie all’uso della resina, prende colore, talvolta si arricchiste di materiali ed entra all’interno della nostra casa occupando posizioni di prestigio come se fosse pietra naturale.

A partire dagli anni ’80, il pavimento in cemento è stato usato dapprima all’interno di strutture industriali, poi ha preso piede all’interno dei loft ed ora con la resina in varie colorazioni lo troviamo anche nelle case più ricercate. In effetti i pavimenti in resina, proprio per la propria versatilità, sono abbinati indifferentemente e con ottimi risultati sia con arredamento classico, sia con quello moderno.

Un pavimento in resina propone un infinito range di colori che può impreziosirsi inglobando polvere di inerti di quarzo, di marmo o metallo tutto su un’unica e continua superficie.

Si ha un pavimento che ha il pregio di essere duraturo, impermeabile e di facile manutenzione, inoltre le superfici in resina prevengono la formazione di polveri.

La pulizia viene di norma effettuata con acqua e detergente neutro talvolta sostituito da olio di lino.

La bellezza di un pavimento in resina sicuramente è la possibilità di una certa uniformità di cromia senza giunti di dilatazioni fino ai 150 mq, ma essendo un materiale “vivo”, deve essere assecondato ed accettato per la sue particolarità, infatti la posa in opera pone sempre delle sorprese che dipendono da differenti fattori inaspettati, talvolta limitati se ci si affida ad una buona manodopera specializzata. È essenziale rispettare un giusto dosaggio tra resina e cemento che tra l’altro è variabile a secondo la stagione in cui viene effettuata la posa o l’ambiente dove viene effettuata, inoltre c’è da sapere che la resina è un materiale cancerogeno derivato dal petrolio che diventa completamente innocuo solo una volta posato in opera ed asciugato.

Il piano di posa deve essere un materiale poroso con poche discontinuità che può essere un pavimento in piastrelle, mentre è da evitare la posa su parquet.

Di solito il pavimento è completo dopo aver concluso due mani di resina, l’ultima a completa asciugatura e levigatura della prima, il tutto in soli circa 15 mm di spessore; può essere utilizzato in ogni ambiente anche molto umido come il bagno e si presta ad inglobare o a creare anche elementi di arredo come vasche o sedute oppure può essere utilizzato anche all’esterno.

Un pavimento in resina ha un ciclo di vita di circa 10 anni.

Per non rinunciare alla stessa sensazione di continuità cromatica e materica, ma volendo semplificare e velocizzare la posa in opera, si può optare per le piastrelle in cemento, che offrono dimensioni eccezionali, non raggiungibili con altri materiali e con i loro bordi rettificati donano all’ambiente la sensazione un tappeto che può continuare anche come rivestimento. La posa in opera avviene direttamente sul massetto tramite una colla a presa rapida.

Immaginate allora, un unico colore sotto i vostri divani, correre in tutti gli ambienti della vostra casa come il filo conduttore in un discorso, assaporatene il cambiamento di cromia che asseconda la luce in ogni ambiente, tutto questo è possibile con la scelta di un pavimento in resina.

Seguimi su  twitter.com/ArchiPillole

Condividi

UA-36574005-1